Archive for the 'nozioni di web marketing' Category

Esercito e social media

Ieri mattina per la prima volta mi sono trovata “dall’altra parte della scrivania “: ho tenuto presso la caserma di Pesaro una lezione sui social media, naturalmente sotto la supervisione del mio ex relatore, Marcello Zeppa, che ha organizzato l’intero corso di formazione.

E’ stata davvero una bella eperienza. Mi è stata fatta notare una postura che denotava timidezza ma per il resto direi che è andato tutto bene. (naturalmente i commenti dei partecipanti sono ben accetti 😉 )

Sotto le slide che ho preparato per l’incontro. Nella prima parte mi concentro più sulle motivazioni che dovrebbero spingere l’esercito italiano ad essere presente online, mentre nella seconda l’approcio è decisamente più pratico e riguarda la costruzione di un blog con la piattaforma WordPress.com.

Una precisazione rispetto una domanda che mi è stata posta sulla possibilità di creare un blog in due lingue differenti. Ho guardato un po’ come si comportano gli altri blog e direi che se volete avere pieno controllo sulle traduzioni (come immagino vista l’importanza di una buona comunicazione nel vostro lavoro) e magari scrivere anche contenuti differenti (visti i divesi target cui vi rivolgete), conviene crare due blog, magari accomunati dalla grafica e legati attraverso link. Altrimenti, come avevo supposto anche a lezione, Wordpess.org (non .com) offre un plugin gratuito, Global Translator, che traduce ed indicizza in automatico il tuo blog in 41 differenti lingue, tra cui anche l’arabo.

Per ulteriori domande sono a vostra disposizione, come immagino lo saranno anche i miei lettori.

Grazie e buon lavoro.

Riassumiamo: i Social Media e la Corporate Reputation

Finalmente ci siamo: giovedì 19 mattina mi laureo! 🙂

Brand 2.0 è un blog nato dalla volontà di dimostrare come i social media siano territori capaci di creare, sviluppare e migliorare le relazioni tra i brand e i loro stakeholders. Un’esperienza di personal branding che in oltre sette mesi di vita è riuscita a confermare quanto a inizio tesi avevo solo potuto ipotizzare a fronte di studi teorici: se in questo arco di tempo sono infatti stata in grado di costruire una mia immagine e reputazione online, lo stesso possono fare i brand, investendo nel sempre più importante capitale relazionale.

Ringrazio quindi tutti coloro coi quali ho avuto modo di conversare ed intrecciare relazioni più o meno profonde in questi pochi ma intensi mesi di attività online. Persone che mi hanno permesso di comprendere il mondo del web 2.o e di appassionarmici.

Questo però non è un addio: quando si inizia a vivere la Rete ce ne si innamora per cui Brand 2.0 rimane la mia “seconda casa”.

Sotto una breve presentazione della mia tesi: “Il tuo nome ti precede”. Corporate Reputation, asset strategico per costruire vantaggio competitivo sui mercati globali.

Buona lettura!

Marchette: giusto o sbagliato?

La vicenda Oral-B ha riportato alla luce il da sempre presente nel campo dell’editoria “problema della marchetta” e suscitato l’indignazione di molti nei confronti dei blogger che hanno accettato di scrivere un post su un prodotto inviatogli da un brand per farsi pubblicità.

Io alla campagna buzz di Oral-B ho partecipato quindi naturalmente non sono contro questo genere di comunicazione, ma a tre condizioni:

  • nel post deve essere specificato che al blogger è stato chiesto di parlare del prodotto, magari dopo avergliene inviato uno in omaggio;
  • la recensione deve essere fatta criticamente: non deve essere la riscrittura enfatizzata del foglio delle istruzioni ma deve offrire al consumatore, come anche al brand, un punto di vista esterno sul prodotto;
  • il post non deve uscire troppo dalla linea editoriale del blog onde evitare di produrre malcontento nei lettori che si riverserebbe negativamente sia nei confronti del brand, che del blog stesso.

Proprio il terzo stava per non farmi accettare di partecipare alla campagna ma poi inserendo il tutto all’interno di un discorso sulla comunicazione del brand mi è sembrato plausibile parlarne (e poi quando mai mi si sarebbe ripresentata l’occasione?! 😉 ).

Quali siano i vantaggi di una campagna così strutturata è facile intuirlo:

  • si crea una conversazione, molto probabilmente positiva, intorno al prodotto;
  • si migliora il posizionamento del brand sui motori di ricerca;
  • si comprende cosa il mercato pensa del prodotto;
  • si influenzano, come le ricerche dimostrano, le decisioni dei consumatori.

Se i blogger fossero sinceri nel descrivere i prodotti testati tutti ne guadagnerebbero: brand, agenzia, blogger e consumatori.

Il problema l’ho evidenziato al primo punto dei vantaggi con l’inciso “molto probabilmente positiva”. Se infatti un post è “comprato” si crede più difficilmente a quanto scritto dal blogger, supponendo quest’ultimo sia obbligato (più o meno esplicitamente) a parlarne bene. Dubbio ovviamente più che lecito.

La soluzione?

Se i tre criteri di cui ho parlato a inizio post vengono rispettati per me non ci sono problemi. Inoltre aggiungerei che post scritti da influencer sono tanto più utili quanto più il prodotto necessita di conoscenze per essere compreso (es. pc) o di pareri per essere apprezzato (es. libro).

Il pubblico è ormai più che abituato alla pubblicità e sa difendersi ed interpretare quanto scritto: un post troppo elogiativo finisce infatti col diventare ironico e poco efficace per tutti. Inoltre ricordiamoci che in questo genere di comunicazione il rapporto tra blogger e brand viene palesato.

Voi cosa ne pensate? Avete mai fatto una marchetta? Ve lo hanno chiesto ma avete rifiutato?

Differenziare i prodotti offrendo servizi

I prodotti sono sempre più simili. Per differenziarli bisogna offrire servizi.

Un’affermazione che potremmo sentir uscire dalla bocca di qualsiasi marketer. Fino ad oggi ho sempre parlato di Web come piattaforma ideale per la costruzione di relazioni, ma lo stesso vale per l’offerta di servizi. La Rete grazie alla sua velocità ed interattività permette ai brand di trasformare i propri siti in veri e propri territori costruiti intorno al cliente e alle sue esigenze (e qui si potrebbe tornare a parlare di marketing relazionale ma questa volta eviterei) offrendo servizi disponibili 24 ore su 24 e attivabili direttamente da casa. Niente di più comodo!

Eppure spesso preferiamo uscire, prendere la macchina, spostarci nel traffico, cercare parcheggio, entrare in negozio, magari fare anche la fila, per poter parlare direttamente con una persona.

La prima causa di questo nostro atteggiamento è l’abitudine. Fino a pochi anni fa facevamo praticamente tutto “di persona”, poi le aziende hanno iniziato a contattarci anche via telefono (a mio parere il peggiore dei mezzi per l’approcio iniziale) ed ora Internet.

Il secondo è la paura di “venire fregati”. Davanti a noi abbiamo un computer, non un persona alla quale chiedere conferme e attribuire la colpa qualora le cose vadano male. Abbiamo paura delle postille e di sbagliare la compilazione, non ultima la paura di inserire i propri dati, soprattutto se si tratta della carta di credito.

E allora come fare?

La risposta è rendere il proprio sito usabile!

Questo post nasce dalla brutta esperienza vissuta l’altra sera con due siti su quattro: il primo, dopo avermi fatto inserire pagine di dati, al momento della risposta mi ha pubblicato a schermo che “il servizio non era al momento disponibile” (ma come? dopo che ho perso 15 minuti a inserire dei dati?) e il secondo, non trovando il mio indirizzo, si dirottava automaticamente a casa del mio vicino, senza lasciarmi la possibilità di cambiare.

Rendere usabile il proprio sito significa trasformare i propri visitatori in clienti. Un’opportunità che difficilmente un utente uscito deluso dal vostro sito vi concederà di nuovo.

E voi cosa ne pensate dei servizi offerti su Internet? avete avuto più buone o brutte esperienze?

7 mosse per fare Business con il Web

Fare Business con il web, scacco alla Rete in 7 mosse lo si potrebbe definire un manuale romanzato: attraverso una case history Leonardo Bellini ci accompagna durante l’intero percorso di progettazione della presenza on-line del fantomatico brand Jacques Sport.

Uscito nel maggio 2006, mi è capitato tra le mani solo di recente, ma mi sento di consigliarlo a tutti coloro che, come scrive l’autore, per curiosità, interesse, passione, motivi personali o professionali, intendono avviare un’iniziativa di business on-line in maniera analitica e strutturata.

JS, catena di negozi dedicata a camping, trekking e outdoor, decide di rinnovare la propria immagine di marca e rivolgersi, attraverso la Rete, al giovane metropolitano. Il lettore entrerà insieme a Leo, esperto di comunicazione on-line, all’interno dell’azienda e condividerà con lui informazioni, dubbi, idee e speranze.

Un linguaggio che attraverso il dialogo continuo riesce, in maniera semplice ed accattivante, a condurre il lettore durante le sette fasi che permetteranno al brand di fare scacco alla Rete: Think, Plan, Design, Promote, Interact e Refine.

Se avete ancora dubbi sulla bontà del libro, vi consiglio di dare un’occhiata al sito del volume Fare Business con il Web e a quello dell’autore Leonardo Bellini.

Buona lettura a tutti!

Il mio rimini web marketing event

Sono state davvero due belle giornate quelle passate al Rimini Web Marketing Event, non solo per i contenuti interessanti esposti dai relatori, ma anche grazie alle persone piacevolissime con le quali ho trascorso la seconda giornata. Le relazioni che si vengono ad instaurare e consolidare sono il vero valore aggiunto legato a questi eventi. Peccato non aver partecipato alla cena SEO. 😦

Nel weekend si è parlato dell’evoluzione della Rete in 2.0 e della possibilità per gli albergatori di sfruttarla per attirare nuovi clienti, ma anche e soprattutto per fidelizzare la clientela già acquisita. La percentale di utenti che utilizza il mezzo Internet per servizi relativi a viaggi e soggiorni, come evidenzia la ricerca Istat 2007 sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia, è del 43,4%. Un dato rilevante di cui gli albergatori dovrebbero tener conto nel momento in cui pianificano il proprio comunication mix.

Tanti consigli che hanno messo in luce possibilità e criticità legate alla Rete.

I motori di ricerca, definiti da Piersante Paneghel vero e proprio campo di battaglia sul quale combattere: la necessità di applicare tecniche SEO per il posizionamento organico del proprio sito, attività che porterà vantaggi nel medio-lungo periodo, ma anche di investire nel PpC, in occasione di particolari eventi o promozioni, al fine di essere visibili in momenti appetibili.

L’e-mail marketing per la profilazione e fidelizzazione della clientela. L’off-line come punto di partenza per analizzare i bisogni che potrebbero emergere nei prospect. La on-line reputation come asset strategico di cui avere cura. L’importanza dei portali e delle recensioni che spesso affiancano le offerte. I social network come territori da vivere per comprendere bisogni e divulgare messaggi. Il diritto come regolatore di un mondo che, alle volte, per i più inesperti, appare privo di leggi.

Due righe a parte le vorrei dedicare a Zooppa, social network presentato da Alessandro Cappellotto, luogo d’incontro tra brand che intendono creare una campagna pubblicitaria ed utenti, più o meno esperti, che “giocano” a realizzarla. Un’occasione incredibile per le marche di avvicinarsi al pubblico presente in Rete, ottenere tanti contenuti ed idee, capire la percezione esterna del brand, sfruttare la viralità innescata dai partecipanti, creare con essi una relazione e generare coinvolgimento emotivo. Mettere nelle mani dei consumatori il proprio brand non è facile, ma è questo che il mercato chiede: i risultati che ne possono scaturire sono stupefacenti.

Anche io al Rimini Web Marketing Event!

Sarò presente anch’io, sabato 22 e domenica 23 novembre, al Rimini Web Marketing Event. Il primo evento in cui parteciperò in veste da blogger.

Il programma sembra molto interessante. In particolare presterò molta attenzione agli interventi di Federico Calore e Fabio Sutto: On line Reputation Management: come i navigatori influenzano le scelte degli altri navigatori, filo conduttore della mia tesi e di Piersante Paneghel: Differenze tra i due principali strumenti di marketing sui motori di ricerca: posizionamento naturale o Pay per Click? Pro e contro dei due approcci con esempi pratici e low cost di utilizzo nel settore turistico, sperando di colmare, almeno in parte, le mie lacune in materia. 😉

Un evento che mi permetterà di incontrare, per la prima volta, di persona, blogger con cui ho sempre avuto modo di parlare solo via etere. Sicuramente emozionante.

Mi fa pensare all’alto valore relazionale che strategie di web marketing creano favorendo la costruzione di community on-line, poi riunite nel mondo reale attraverso l’organizzazione di eventi specifici.

Insomma… ci vediamo al Rimini Web Marketing Event!

Utente 2.0 e social media: presente e futuro

L’altra sera ero in compagnia di amiche quando esce l’argomento facebook ed entriamo del discorso social media. Negli ultimi due mesi i miei contatti su questo social network sono aumentati esponenzialmente. Sentir parlare amici di foto caricate, risultati di quiz fatti e compagni di classe ritrovati, sta invogliando, chi ne ha le possibilità, ad iscriversi sui social network più comuni.

Per tornare alla mia serata, proseguendo il discorso, parlo di Twitter e Flickr, applicazioni per me talmente comuni che penso tutti debbano conoscerle. Mi trovo invece a spiegare a ragazze della mia età, tutte studentesse universitarie e con connessione adsl, ovvero quella che le ricerche evidenziano essere la tipologia più comune di utente Internet, come funzionano questi strumenti e quali utilizzi possono avere.

In realtà non c’è da stupirsi: fino a un anno fa nemmeno io sapevo cosa significasse 2.0, cosa fossero i social media e quali fossero i più comuni, ovviamente escludendo YouTube, tanto chiacchierato anche sui media mainstream. I social network, soprattutto quelli generalisti, per le alte capacità relazionali insite nella loro natura, stanno però portando sempre più soggetti all’interno del mondo virtuale. Una volta entrati capire le logiche di condivisione alle spalle delle applicazioni 2.0 è talmente facile e coinvolgente che nell’arco di poco tempo si diventa dei veri e propri utenti 2.0.

Cosa voglio dire con questo post?! Che il passo più difficile da compiere per divenire cittadini de “la parte abitata della Rete” è entrarvici. Dopo di che le cose vengono da sole. Il trend sempre in aumento degli utenti Internet, soprattutto di quelli che si iscrivono ai social media, lo dimostra.

Molti sostengono questa corsa a blog e social network sia solo una moda e che le persone, col tempo, si stuferanno di passare le loro giornate a scambiarsi foto e chattare. In parte è vero, ma questo non vuol dire che le applicazioni sociali scompariranno: semplicemente evolveranno portando gli utenti a farne un uso differente. Le capacità relazionali di questi mezzi sono talmente utili e comode che difficilmente le persone, una volta abituatisi, potranno farne a meno. La connessione, sempre più possibile attraverso strumenti differenti e mobili, renderà ancora più inevitabile questo processo.

Blog personali soppiantati dai social network?!

Leggo su Ninja Marketing dell’articolo pubblicato su Wired da Paul Boutin.

Il giornalista offre a tutti un cosiglio da amico: non aprite un blog e, se già ce l’avete, abbandonatelo. Boutin sostiene infatti non ci sia più spazio, sulla Rete, per blog personali, soppiantati dai blog professionali, scritti da team di professionisti e meglio posizionati sui motori di ricerca. Il giornalista continua poi con l’asserire che siti Web basati sul testo non costituiscono più oggetto di buzz. I blog, per Boutin, sarebbero, infatti, giunti alla “morte”, in favore dei più immediati e multimediali social network.

Non mi trovo assolutamente d’accordo.

Blog personali, come il mio, nascono per permettere a persone con interessi comuni di condividere idee ed opinioni. Individui, altrimenti irraggiungibili, coi quali instaurare relazioni che apportino valore aggiunto alla propria persona. Apparire tra i primi risultati nei motori di ricerca ed avere un numero alto di lettori, non sono gli unici obiettivi che spingono un utente a divenire blogger anche se, nel tempo, allargare la propria cerchia di “amici” è sicuramente importante.

Nel mio caso è la qualità dei rapporti a giustificare la mia presenza nella Blogosfera. Relazioni che significano per me una crescita, sia professionale, che umana. Il tempo impiegato a preoccuparmi delle mie parole, mi sento di dire, non essere affatto perso, viceversa da quanto sostiene Boutin:

Il tempo necessario ad elaborare una prosa blog tagliente e spiritosa è impiegato meglio esprimendovi su Flickr, Facebook o Twitter.

La condivisione di contenuti multimediali attraverso social network, più che sostituire la scrittura di post, si  accosta ad essa, permettendo ai blogger di mantenere ed approfondire il proprio legame coi lettori.

Le accese reazioni dei blogger, scatenate dalle affermazioni di Boutin, fanno comunque pensare ad una morte ancora molto lontana. Voi cosa ne dite?

Brand sempre più multimediali

In queste settimane ho dovuto lasciare un po’ in disparte il mio blog ma ora eccomi qua per parlarvi del sempre più intenso rapporto che lega video ed impresa.

Il pdf realizzato da Paola Dubini, Network business tv Bocconi, illustra molto chiaramente come l’azienda possa sfruttare lo strumento video per promuovere se stessa, il proprio brand, i suoi prodotti e stile di vita.

Brand che reinventano la televisione offrendo, on demand, video informativi, educativi o ludici. Filmati che possono essere pubblicati all’interno di altri strumenti web, come blog e social network, oppure su un proprio canale, aperto su sistemi di video sharing, come You Tube, o piattaforme, come Joost.

Businnes, Web e Brand TV permettono alla marca di comunicare, attraverso il formato video, con stakeholder, clienti finali, partner esterni e collaboratori interni.

Mi trovo però d’accordo con Fabio Sutto quando scrive che il video si scontra con l’ipertestualità e la velocità di consultazione tipica del Web e che quindi, il suo utilizzo migliore, è legato all’intrattenimento. Video brevi che colpiscono lo spettatore e lo portano a farsi promotore di quel contenuto, più o meno informativo che sia.

L’interattività, prerogativa del www, realizzabile, in questo caso, dando all’utente la possibilità di commentare, condividere e pubblicare video di risposta, offre ai brand la possibilità di costruire un ulteriore territorio relazionale nel quale coinvolgere e creare con gli stakeholder un rapporto empatico, che permette ad entrambi di soddisfare i propri bisogni, collaborando alla co-creazione di valore. Pubblicare video autoreferenziali, per i brand, significherebbe utilizzare un sistema di comunicazione come semplice canale informativo, quindi sprecare una grande opportunità di dialogo.


Add to Technorati Favorites

My del.icio.us

Recent Readers

View My Profile View My Profile View My Profile View My Profile
Internet Blogs - Blog Catalog Blog Directory
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.